Al giorno d’oggi, sentiamo spesso parlare di coaching in svariati contesti, in particolare in ambito professionale.
Ma cosa significa davvero questo termine? Perché il coaching può diventare uno strumento fondamentale in ambito organizzativo?
Proviamo a fare chiarezza…
Il termine “coaching”
Il termine “coaching” nasce negli anni Settanta negli Stati Uniti, ed è stato utilizzato per la prima volta in ambito sportivo da un allenatore di tennis, Tim Gallwey, il quale intuì che, per insegnare efficacemente questo sport ai suoi allievi, dovesse andare oltre la tecnica ed aspirare ad una formazione globale della persona.
Il coaching è un metodo di accompagnamento individuale volto a guidare le persone all’interno dei contesti organizzativi, stimolandone la riflessione e valorizzandone le potenzialità sia professionali che personali.
Il focus dell’intervento di coaching non è quello di curare un disturbo o trovare una soluzione ai problemi, ma quello di far emergere appieno i propri punti di forza con il fine ultimo di sviluppare nuove competenze e/o raggiungere risultati migliori.
Oggi è diventato uno strumento particolarmente importante nel modo del lavoro, che è caratterizzato da crescente complessità ed incertezza.
Le figure professionali
Ad oggi quella del coach non è una professione regolamentata. Risulta, quindi, fondamentale sapere a chi rivolgersi per ottenere un servizio di qualità: alcune scuole o seminari, infatti, rilasciano attestati di “coach” in tempi estremamente limitati!
Per operare in questo campo, tuttavia, è richiesta estrema professionalità e competenza, in quanto si tratta di un ambito delicato, che mostra i suoi effetti sia sull’individuo che su eventuali gruppi che esso gestisce.
Per questo, crediamo che una formazione di tipo psicologico seguita da una qualifica specializzata rispetto all’ambito e alle metodologie di coaching che si vogliono intraprendere, siano i prerequisiti necessari che consentono di offrire un contributo professionale distintivo, che mantenga saldo l’ancoraggio del sapere alla ricerca scientifica mediante l’applicazione di teorie validate.
Il coaching psicologico
Il coaching condotto con taglio psicologico fa leva sui principali approcci psicologici al fine di migliorare, ad esempio, la performance lavorativa, il benessere del singolo, di gruppi o organizzazioni. In questa ottica, quindi, si mira ad incrementare il benessere psicologico rafforzandone tutte le sue componenti: l’autonomia, gli obiettivi, la crescita, l’accettazione di sé, le relazioni e la padronanza ambientale.
Nel percorso di coaching, la dimensione temporale più rilevante è il futuro, al fine di orientarsi con fiducia e sicurezza verso esso.
In conclusione…
Un percorso di coaching potrebbe essere la chiave di volta all’interno di un team di lavoro per migliorare lo stile di leadership, comunicare efficacemente, gestire al meglio lo stress ed il cambiamento, superare ostacoli organizzativi e processuali, migliorare i processi di presa di decisione e saper gestire al meglio il proprio tempo.
Questo potrebbe portare l’intera azienda a sviluppare e consolidare i propri profitti, aumentare la sua produttività e conseguire obiettivi sempre più sfidanti.
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