Dagli anni ‘60 la tecnologia è esplosa raggiungendo ogni angolo della nostra vita. Dalle tecnologie più domestiche come una lavatrice a quelle più sofisticate come il nostro cellulare, le nuove tecnologie ci aiutano ogni giorno.
Nel mondo de
l lavoro, poi, le tecnologie hanno conosciuto una notevole spinta in avanti a partire soprattutto dagli anni ‘70, in particolar modo per quel che riguarda la realtà aumentata che dagli anni ‘90 è stata impiegata efficacemente in svariati ambiti come la medicina e la chirurgia, l’assistenza sanitaria e comportamentale, l’intervista clinica e virtuale, le neuroscienze e le neuroscienze cognitive, la formazione (militare ad esempio), l’informatica, la robotica e l’intelligenza artificiale, il turismo, l’assistenza sanitaria e comportamentale e la psicologia (come per la fobia e la riabilitazione cognitiva).
Prima di trattare nello specifico di come la realtà aumentata possa lavorare al servizio della psicologia è bene fare chiarezza su alcune terminologie specifiche:
- Ambiente virtuale cioè uno spazio digitale 3D generato digitalmente che ricrea simulazioni di attività del mondo reale, spesso implica stimoli sociali dinamici ed emotivamente coinvolgenti. Può avere inoltre una prospettiva egocentrica o in prima persona, allocentrico o in terza persona (cioè, spostando un avatar di sé).
- Realtà virtuale. Attraverso la realtà virtuale l’utente viene estraniato dal suo mondo fisico ed è libero di interagire e agire con altre persone in tempo reale. Per questo motivo negli anni gli sviluppatori della realtà virtuale hanno lavorato costantemente per migliorare la fedeltà degli stimoli. Questo lavoro di miglioramento porta con sé notevoli vantaggi in quanto in ambito applicativo l’uso di uno strumento che simuli sempre meglio la realtà è di grande aiuto (ad es. in ambito medico o militare) ma al tempo stesso può portare l’utente ad estraniarsi totalmente dalla realtà col rischio di fondere i due mondi in uno solo e comportandosi nella vita reale come fosse ad esempio in un videogioco.
- Realtà aumentata. Questa tecnologia combina oggetti reali e virtuali in un ambiente reale, li esegue interattivamente e in tempo reale, ma non registra/allinea oggetti reali e virtuali tra loro: questo significa che la tecnologia consente all'utente di interagire e manipolare digitalmente gli oggetti, ma la percezione degli oggetti fisici del proprio spazio reale è inibita da sovrapposizione di rappresentazioni virtuali. La realtà aumentata può essere personale o collettiva e in quest’ultimo caso si differenzia per l’essere attiva o passiva.
APPLICAZIONI UTILI PER LA PSICOLOGIA
Queste tecnologie vengono utilizzate per esplorare le interazioni sociali nel mondo reale in un ambiente virtuale e hanno replicato alcuni risultati ben noti della psicologia sociale.
Consente ai ricercatori di manipolare sottilmente le caratteristiche dell'ambiente (es. segnali visivi mandati ai partecipanti) o dell’aspetto sociale (esempio, la razza) per indagare le influenze sul comportamento e sulla cognizione dei partecipanti. Questo include studi di eccitazione fisica, strette di mano, reazioni emotive e l’impegno con gli altri.
La mappatura del comportamento del soggetto, combinata con dispositivi di localizzazione e microfoni può essere efficacemente utilizzata per raccogliere dati sulle risposte più complesse e su ciò con cui gli individui scelgono di interagire in un ambiente reale o virtuale.
La realtà virtuale immersiva inoltre, viene maggiormente usata per esplorare in che modo genere ed etnia svolgono un ruolo chiave nella distribuzione di assistenza sanitaria. É stata quindi testata l’ipotesi che i medici femminili abbiano in media una comunità più premurosa ed empatica quando interagiscono con i loro pazienti rispetto ai medici maschili.
Quindi, utilizzare gli ambienti virtuali durante gli esperimenti psicologici, consente agli investigatori di esplorare percezioni e comportamenti che possono essere validati rispetto alla realtà. Queste tecnologie aiutano a capire come gli individui percepiscono e rispondono ad ambienti naturali e sintetici.
Gli ambienti virtuali possono inoltre, migliorare il livello di realismo psicologico di un esperimento che misura le percezioni umane e le preferenze all’interno di impostazioni naturali e integrate con metodi di laboratorio.
Gli scienziati sociali che studiano il comportamento interpersonale sono interessati al motivo per cui una persona si comporta diversamente da un’altra persona (differenze individuali), perciò andranno a creare, esplorare e testare ambienti usati per l’apprendimento, il coinvolgimento e la riflessione, simulando la vita quotidiana considerando situazioni sociali con stimoli oggettivi e reazioni a stimoli insoliti (ad es. disastri, dilemmi morali, risposta allo stress).
La realtà virtuale nello specifico è stata utilizzata per:
- Il trattamento dell’abuso di alcol
- Il trattamento dell’ansia
- L’autismo e disturbi dello spettro autistico
- I disturbi alimentari
- La gestione dello stress e dello stress post traumatico
- La psicoterapia e la fobia (ad es. esposizione sicura): aracnofobia e claustrofobia con migliore controllo dello stimolo, riducendo così l’ansia
La realtà virtuale invece è stata usata per:
- La terapia basata sull’esposizione principalmente per le paure e le fobie dei piccoli animali: un paziente potrebbe non essere disposto ad affrontare la minaccia reale in vivo e potrebbe rivelarsi troppo difficile per un paziente visualizzare mentalmente la minaccia che induce l'ansia (l’uso della realtà aumentata si è dimostrata più efficace anche della realtà virtuale);
- I comportamenti a rischio e le tecniche cognitive, che comprendono la formulazione del caso, la rielaborazione cognitiva del comportamento e la prevenzione delle ricadute;
- Migliorare la validità dell’intervento perché l’utente può vedersi interagire con l’oggetto.
PER CONCLUDERE
Queste tecnologie possono offrire ai pazienti nuove opzioni cliniche, dando loro l’opportunità di riflettere sulle proprie tendenze, relazioni e altre esperienze di vita.
Con l’avanzare della tecnologia, i medici diventano più esperti e possono fare esperienza con la telepsichiatria e la TBH (telebehavioral health) per garantire l’opzione di assistenza sanitaria preferita.
Queste tecnologie risultano inoltre efficaci in ambito formativo: nel campo medico, in quello militare, del lavoro in team anche a distanza e nell’apprendimento dei ragazzi (matematica, geometria, nozioni astratte, motivazione).
ENTRA IN CONTATTO CON EVOFORM CONSULTING
Se desideri approfondire questa tematica o se desideri consultare i nostri articoli, clicca qui