Gestione dei conflitti: la vita di ogni individuo è costellata da innumerevoli relazioni interpersonali che nella maggior parte dei casi si sviluppano in ambito lavorativo dove l’individuo trascorre una considerevole parte del suo tempo.
I rapporti lavorativi sono importanti per il benessere degli individui e quello dell’azienda. Infatti se questi sono positivi inducono negli individui un senso di soddisfazione e di sicurezza riducendo drasticamente ansia e stress se basati su un principio di solidarietà. Al contrario se sono negativi possono creare insoddisfazione e ansia sfociando in duri conflitti.
Questi conflitti però non devono essere visti con connotazione esclusivamente negativa perché se portano a stimolare la ricerca di soluzioni creative diventano costruttivi e fonte di alti livelli di realizzazione.
Promuovere una maggiore conoscenza e competenza nell’area della gestione del conflitto diventa per le aziende un imperativo.
Ma che cos’è il conflitto?
Il conflitto è un processo di interazione tra diverse parti che si trovano in posizioni discordanti, è un contrasto nel quale ognuna delle parti interessate vuole imporre il proprio punto di vista senza all’altro. È quindi una discordanza tra ciò che una persona desidera e ciò che impedisce la soddisfazione di questo desiderio, avviene infatti quando i comportamenti dell’uno interferiscono con i bisogni e desideri dell’altro.
Quali possono essere le cause del conflitto?
Le cause del conflitto sono di diversa natura:
- Una sensazione di venire trattati ingiustamente
- Un’ambiguità dei ruoli
- Attitudini e personalità incompatibili
- Competizione per le scarse risorse
- Lotte di potere e lotte per l’influenza
- Disaccordo su obiettivi, principi, morale e valori
- Disaccordo su metodi, opinioni diverse o differenze di atteggiamento nei confronti di una situazione vissuta insieme
- Diffidenza, risentimento, irritazione, suscettibilità
- Una cattiva comunicazione tra gli attori coinvolti
- Ripartizione poco chiara delle responsabilità
Che cosa vuol dire gestione dei conflitti?
I conflitti possono essere di intralcio al perseguimento dell’obiettivo di produttività e crescita delle aziende. Queste divergenze se non risolte efficacemente diventano causa di stress e di problemi rilevanti per la salute e il benessere psicofisico non solo dei due attori principali del conflitto ma anche per il resto dei dipendenti dell’azienda così sottoposti ad alte vibrazioni negative.
Se non vengono gestiti questi conflitti fino al punto che un dipendente decide di dare le dimissioni l’azienda deve conseguire alti costi per la ricerca, l’assunzione, la formazione e il ripristino dell’organico. In questo modo la reputazione dell’azienda può risentirne rendendo più complicata un’assunzione di nuovo personale qualificato.
Gestione dei conflitti e comprensione reciproca
Gestire i conflitti non significa declamare un vincitore, né imporre una falsa pace perché in questo modo il conflitto riemergerebbe in breve tempo. Una buona gestione dei conflitti mira ad una comprensione reciproca delle parti e al raggiungimento di compromessi. Pertanto, la gestione dei conflitti non punta principalmente alla soluzione concreta al problema, ma ad offrire strategie e metodi che aiutino le due parti a comunicare in modo produttivo e a trovare quindi dal canto loro una soluzione.
Capacità di gestione dei conflitti
Le capacità di gestione dei conflitti hanno come finalità ultima quella di far sì che tutti si sentano ascoltati e rispettati mentre si negozia una soluzione reciprocamente vantaggiosa che tutti possono accettare.
Non implica necessariamente il piacere a tutti o la rimozione di qualsiasi disaccordo. Il conflitto può essere necessario e buono, e l’obiettivo della gestione dei conflitti è assicurarsi che qualsiasi disaccordo rimanga produttivo e professionale.
Quali sono le due principali tipologie di conflitto?
Un conflitto può essere sostanzialmente di due tipi: costruttivo o distruttivo. La differenza dipende dalle dinamiche prevalenti nell’interazione tra le parti coinvolte.
Si parla di conflitto costruttivo quando la comunicazione tra i soggetti è volta a individuare i fattori che accomunano le singole posizioni, in vista di un obiettivo comune.
Si ha invece un conflitto di tipo distruttivo quando la comunicazione è orientata esclusivamente alla competizione, per cui i soggetti tendono ad imporre anziché esporre le proprie idee e opinioni, senza perseguire un obiettivo comune ma solo ed unicamente per dimostrare di avere ragione.
In questo caso è evidente che l’ambiente di lavoro ne risenta pesantemente, perché la paura di essere aggrediti o sminuiti inibisce nei soggetti la predisposizione ad esprimersi liberamente, generando sfiducia reciproca, risentimento, frustrazione e stress.
Quali sono quindi gli aspetti positivi legati alla gestione dei conflitti?
I due principali benefici che si ricavano da un efficace gestione dei conflitti sono un incremento della soddisfazione lavorativa e dei profitti aziendali. Gli effetti positivi di una salutare risoluzione dei conflitti vengono percepiti dai singoli lavoratori indipendentemente dal ruolo ricoperto e dall’azienda dal punto di vista produttivo.
In questo modo si ottiene anche una riduzione di assenteismo, confusione e incertezza e un incremento della fiducia che guida il singolo ad un impegno sempre maggiore e l’azienda a un miglioramento sempre continuo
Conclusioni
Per concludere, quindi, il confitto non va mai evitato, ma deve essere raggirato, gestito e trasformato in risorsa affinché possa diventare un momento costruttivo e di confronto.
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