Utilizzare un linguaggio efficace, imparando ad adattarlo in base al tema preso in esame può essere uno strumento da tenere nella valigia degli attrezzi di ogni formatore.
Linguaggio efficace: la comunicazione persuasiva
La comunicazione è alla base dello sviluppo di ogni tipo di relazione fin dai tempi più antichi. Non solo gli uomini, ma tutte le forme di esseri viventi, vivono insite all’interno di una relazione e dunque è implicita la necessità di comunicare.
Comunicare in modo efficace potrebbe dunque rilevarsi come uno strumento da utilizzare nei diversi contesti della vita di una persona e questa caratteristica appare essere fondamentale soprattutto in chi si occupa di formazione.
Comunicazione efficace
I formatori, infatti, gestiscono il gruppo e la via privilegiata in questo contesto è proprio il linguaggio. Utilizzare gli studi di decenni di letteratura affinché la comunicazione possa essere maggiormente efficace potrebbe rivelarsi un valido strumento per accompagnare chi si occupa di formazione.
Un particolare tipo di comunicazione è la persuasione, questa svolge una funzione basilare per la formazione della rete di rapporti all’interno di un gruppo e per l’influenza dei processi decisionali. La persuasione viene definita come "qualsiasi messaggio che sia inteso a modellare, rafforzare o modificare le risposte di un altro, o altri” Rolog et al., (1980).
Linguaggio efficace: formazione e comunicazione
Il formatore si occupa di promuovere il benessere degli individui in differenti ambiti della sfera lavorativa (gestione dei conflitti, stress lavoro-correlato, leadership) e dunque, adottare uno stile comunicativo che sia maggiormente efficace per rafforzare le risposte raccomandate nei destinatari dell’intervento, è senza dubbio un focus da prendere in esame.
Inquadrare i messaggi nel frame
“Le stesse informazioni inquadrate in termini di guadagni o di perdite possono influenzare il processo decisionale in modo differente.” E’ da queste parole di Kahnman e Twesky, che si è iniziato a studiare in letteratura le differenti potenzialità che l’inquadramento dei messaggi può fornire. Parliamo di inquadramento dei messaggi in base alla cornice di riferimento in cui possono essere costruiti, dunque con una valenza positiva oppure negativa. Pensiamo ad esempio a questo concetto: chi fa esercizi di respirazione ha maggiore probabilità di poter diminuire il livello di stress esperito. Questa affermazione potrebbe essere formulata con due differenti valenze: valenza positiva o valenza negativa, dunque messaggi gain o messaggi loss.
Messaggio in valenza positiva
Il messaggio in valenza positiva per esplicare il concetto sopra riportato dovrebbe essere il seguente: “se farai gli esercizi sulla respirazione ridurrai il tuo livello di stress”. Lo stesso concetto potrebbe anche essere formulato in maniera negativa: “ se non farai gli esercizi di respirazione raccomandati peggiorerai il tuo livello di stress.”
Ma quando è più efficace inquadrare i messaggi in un frame di perdita e quando in un frame di guadagno? Gli studi evidenziano come i messaggi gain frame (guadagno) siano più efficaci nel promuovere comportamenti di promozione, come ad esempio “seguire un corso di formazione per migliorare il proprio stile comunicativo” mentre siano maggiormente efficaci i messaggi loss frame nel caso di comportamenti di prevenzione “Non seguire un corso di formazione potrebbe aumentare il tuo livello di stress”.
Il concetto di migliorare il proprio stile comunicativo fa riferimento al dominio della promozione, e dunque un messaggio incentrato sul guadagno è maggiormente efficace; al contrario il livello di stress rientra nel dominio della prevenzione e dunque è più efficiente utilizzare un frame di perdita. A partire da queste linee generali si è iniziato a studiare in letteratura alcune variabili mediatrici che possono avere effetti diversi in base alla tipologia di messaggio inviato. In particolare, facciamo riferimento ad una variabile individuale: l’autoefficacia.
Autoefficacia e linguaggio efficace
Per autoefficacia, costrutto elaborato da Bandura (1982), si intende le convinzioni delle persone sulle loro capacità di mettere in atto comportamenti che influenzano eventi che incidono sulla loro vita.
L’autoefficacia è una variabile che media la relazione tra coinvolgimento nel messaggio e tipologia di messaggio inviato (messaggio gain o loss frame). La postulazione di tale teorizzazione deriva dalla teoria EPPM di Witte e Allen secondo la quale gli appelli incentrati sulla paura, dunque i messaggi loss, siano efficaci quando le persone credono di essere in grado di eseguire il comportamento raccomandato.
Da questa teoria alcuni autori hanno ipotizzato come gli individui che hanno un’alta autoefficacia sono in grado di tollerare messaggi che fanno riferimento una perdita (loss message/non-loss message); al contrario coloro che hanno bassa autoefficacia non sono in grado di tollerarli. Ad esempio, se un individuo ha bassa autoefficacia non riuscirebbe a tollerare cognitivamente un messaggio che implica una perdita come ad esempio: Se non farai gli esercizi sulla respirazione ridurrai il tuo livello di stress. Dunque, in questo caso, sarebbe più efficace utilizzare un messaggio incentrato in un frame di guadagno.
Al contrario coloro che hanno alta autoefficacia riescono a tollerare i messaggi che implicano una perdita e dunque sarebbe maggiormente incisivo utilizzare un messaggio in un frame di perdita. Da questo ne evince che ci sia una maggiore efficacia dei messaggi loss per soggetti con alta autoefficacia ed una maggiore efficacia dei messaggi gain per i partecipanti con bassa autoefficacia.
Consigli pratici nella formazione
Dunque, come applicare queste teorie nella formazione?
- Rilevare il livello di autoefficacia dei partecipanti in base all’argomento in esame, attraverso un breve questionario oppure un’intervista iniziale nel corso
- Utilizzare un linguaggio appropriato in base al livello di autoefficacia dei partecipanti, ad esempio, se il gruppo ha alta autoefficacia moderare il proprio linguaggio in un frame di perdita, se il gruppo ha un basso livello di autoefficacia sarebbe auspicabile inquadrare i messaggi in un frame di perdita.
Oppure..
- In generale, utilizzare un frame di guadagno per i comportamenti di promozione ed un frame di perdita per i comportamenti di prevenzione
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