Clubhouse è il social del momento: una nuova piattaforma con tutte le potenzialità per rivoluzionare il settore, se non il modo di comunicare sul web.
Innanzitutto, occorre capire che cosa sia, quali siano le sue peculiarità e la sua portata innovativa. Si tratta di una start up americana sviluppata da Paul Davison e Rohan Seth nell’aprile 2020. Nasce dunque nel pieno della pandemia si Covid-19 e, forse, è proprio in questo contesto che trova terreno particolarmente fertile.
Quali sono le differenze rispetto agli altri social?
A differenza di Facebook, Instagram, Twitter o TikTok, Clubhouse è un social esclusivamente basato sull’audio. Non ci sono foto, video, post o storie, non si scrive nulla e non sono presenti neanche messaggi vocali registrati.
È suddiviso in stanze, ciascuna con un argomento e dei partecipanti. L’interazione, quindi, avviene attraverso talk in diretta, senza che nulla venga salvato. L’utente può decidere se ascoltare o prendere parola, alzando la mano e attendendo di essere chiamato sul palco per dire la propria.
Chi può usare Clubhouse e come funziona?
Per poter creare un proprio profilo occorre prima di tutto ricevere un invito da una persona che è già attiva nella piattaforma. Dopodiché sarà possibile accedere a tre tipologie di stanze. La prima, Open, è aperta a tutti gli utenti. Alla seconda, Social, si può accedere solo se stanno partecipando nostri contatti. La terza, Closed, è riservata solo a chi possiede un invito.
Ad oggi, Clubhouse può essere utilizzata solo da chi dispone di un dispositivo Apple, ma le statistiche globali confermano un trend in crescita. Nell’aprile 2020, infatti, gli utenti ammontavano a circa 1500 e a fine anno si erano già raggiunti i 600mila. Nel mese di febbraio 2021, poi, il numero di utenti è ulteriormente cresciuto: la stima è intorno a 6 milioni di persone. Si tratta quindi, di un fenomeno in rapido sviluppo e l’Italia rientra tra i 10 Paesi non-U.S. con il maggior numero di download.
Dove risiede la sua vera innovazione per il mondo del lavoro?
Per comprendere meglio la portata del fenomeno è possibile prendere in considerazione l’iniziativa di un’agenzia nel settore del food: Realize Networks. Lo scorso febbraio, l’azienda ha sperimentato lo svolgimento di un colloquio di selezione attraverso l’uso di questa nuova app. È stata aperta una stanza virtuale e i candidati, mediante il loro profilo sulla piattaforma, hanno potuto accedervi e presentare il proprio curriculum.
Attraverso questa iniziativa si è pertanto deciso di realizzare una pre-selezione, senza ricorrere alle classiche video-interviste o ai semplici contatti telefonici. Il nuovo obiettivo, infatti, è organizzare un colloquio di gruppo informale, un primo step conoscitivo al quale seguirà un colloquio specifico con i candidati prescelti.
Clubhouse: un nuovo metodo di selezione del personale
Dall’esperienza di Realize Networks è possibile notare come Clubhouse, fin dalle prime fasi della selezione, sia uno strumento volto a creare engagement. Il fine, infatti, è cominciare a costruire una relazione tra la futura risorsa e l’azienda. Attraverso l’utilizzo delle stanze, possibilmente in modalità Closed per ragioni di privacy, l’impresa può quindi presentare la propria realtà organizzativa e trasferire ai candidati la propria immagine aziendale. Inoltre, i candidati potranno intervenire e porre domande. In questo modo si crea un’occasione per sviluppare una conoscenza mirata delle reciproche esperienze ed esigenze.
Clubhouse e la formazione in azienda
La portata innovativa di Clubhouse non è legata solo alle attività di recruiting. Basti pensare, infatti, alle molteplici possibilità di sviluppo che il social può apportare nell’ambito della formazione, soprattutto in contesti informali.
Difatti, sarà possibile in modo semplice e immediato creare momenti in cui i dipendenti possano confrontarsi, interagire e scambiarsi idee. In particolare sfruttare la peculiarità di Clubhouse, ossia l’uso esclusivo della voce come mezzo di comunicazione, può essere un’occasione per sviluppare capacità di ascolto ed empatia, in misura maggiore rispetto quanto possa avvenire attraverso altri canali.
Clubhouse, quindi, è un terreno fertile per stimolare la creatività delle persone e generare innovazione, oggi elementi fondamentali per la sopravvivenza delle imprese.
Clubhouse come strumento di promozione del proprio brand
Il nuovo social può diventare uno straordinario strumento di marketing e di promozione del brand. Le aziende, infatti, potranno utilizzare Clubhouse per interagire con milioni di utenti e raccogliere informazioni sugli stili di vita, i desideri e le motivazioni dei clienti potenziali. Di conseguenza, a partire dai dai raccolti, potranno orientare le proprie scelte strategiche.
Rispetto alla promozione del brand, è possibile far leva su due livelli. Il primo è di employer branding. I consumatori, dunque, verranno coinvolti nella promozione del brand. L’effetto del loro sentirsi meno anonimi sarà pertanto una maggiore identificazione con il brand. Il secondo livello riguarda invece l’internal branding. Attraverso l’utilizzo delle stanze Open, infatti, i dipendenti potranno promuovere i valori aziendali e presentare al mondo la propria azienda, diventando così essi stessi dei brand ambassador.
Quali conclusioni trarre?
Clubhouse è in lista per divenire una risorsa strategica di coinvolgimento ed engagement, a ogni livello dell’attività aziendale. Occorre però sottolineare che le opportunità descritte, ad oggi, sono ancora delle potenzialità. Una domanda, dunque, sorge spontanea: a fronte dei cambiamenti che sono avvenuti negli ultimi tempi nel mondo del lavoro e dell’utilizzo pervasivo dello smart-working, riuscirà Clubhouse a innovare il nostro modo di lavorare, di connetterci, formarci e fare business? La risposta arriverà con il tempo.