Negli ultimi decenni l’economia mondiale ha subito numerosi cambiamenti, tra cui un massiccio progresso tecnologico. Come ovvia conseguenza, hanno acquisito sempre più rilevanza per le aziende le professioni ad alta specializzazione tecnologica ed informatica.
Esse possono essere riassunte nelle seguenti macrocategorie:
- Data Management: comprende profili professionali che si occupano della gestione efficiente dei dati di un’azienda;
- Cyber Security: questo settore emergente raccoglie tutti gli specialisti che si occupano di sicurezza informatica e proteggono i sistemi di elaborazione dei dati;
- Gestione delle Infrastrutture IT: raggruppa tutti i professionisti che creano, rinnovano e ottimizzano le architetture informatiche dell’azienda (ad esempio hardware e software) di modo da renderle efficienti, sostenibili, moderne e conformi alla gestione di nuove esigenze presenti e future;
- Sviluppatori di Software e App per Mobile: questa macrocategoria raggruppa i profili Digital emergenti in grado di realizzare idee e rendere vincente il business del cliente.
L’importanza crescente di queste figure ha causato il fenomeno definito “talent mismatch”, che si riferisce all’elevata discrepanza tra la domanda per questo tipo di professioni da parte delle organizzazioni e l’offerta, ovvero la carenza di professionisti in campo tecnologico e digitale.
Questo significa che gli individui in possesso di queste competenze ed abilità specialistiche si trovano in una situazione di vantaggio e possono scegliere tra un più ampio ventaglio di possibilità lavorative: è consolidato, quindi, che siano i candidati a scegliere a quali aziende sottoporre la propria candidatura! La nuova sfida è quella di attrarre all’interno della propria organizzazione individui in possesso di competenze distintive e, nello stesso momento, sottrarli ai propri competitor.
Persone e organizzazioni interagiscono, quindi, in un complesso processo di selezione reciproca. Nel mercato del lavoro odierno, il capitale umano gioca una parte fondamentale nel vantaggio competitivo di un’organizzazione, con la conseguenza che bisogna sviluppare una cultura organizzativa orientata alle buone pratiche di selezione, di mantenimento e di gestione integrata delle risorse umane.
La nuova cultura aziendale prevede un forte investimento sulle Soft Skills dei collaboratori, utilissime per potenziare la produttività sul lavoro. Se le competenze tecniche-specialistiche (Hard Skills) riguardano la capacità concreta di svolgere una professione, dunque il “cosa”, le Soft Skills sono le competenze che riguardano il “come” si svolge un lavoro e le modalità con cui ci si pone verso gli altri. Si tratta di abilità molto più difficili da acquisire, almeno in modo convenzionale, e più difficili da misurare. La loro importanza deriva dal fatto che si tratta di competenze trasversali, ossia che possono essere trasferite da un contesto a un altro e impiegate indipendentemente dalle mansioni tecniche ascrivibili ad un professionista: questo permette di avere all’interno dell’organico dipendenti in grado di adattarsi a diverse situazioni e di fronteggiare tempestivamente i problemi. Esempi di Soft Skills sono le abilità comunicative, la capacità di lavorare in gruppo, il problem solving, la gestione dei conflitti e la leadership. Un altro aspetto che ricopre un ruolo molto importante nel successo aziendale è la motivazione del candidato e le sue aspettative nei confronti dell’organizzazione.
In conclusione, se un’azienda mira a rimanere altamente competitiva in un contesto in cui la velocità delle innovazioni tecnologiche è elevata e i cambiamenti organizzativi frequenti, la sola valutazione delle competenze tecniche di un candidato durante il processo di selezione non è più sufficiente: la strategie vincente consiste nell’utilizzare un approccio psicologico per selezionare il candidato con il profilo ideale, che possegga sì le competenze tecniche e digitali richieste, ma soprattutto ottime competenze relazionali, necessarie per lavorare efficacemente all’interno di un team. Inoltre, è bene ricordare uno strumento tramite cui poter sviluppare le Soft Skills dei propri collaboratori: la formazione. Tramite una formazione aziendale mirata e di qualità, infatti, è possibile accrescere le competenze trasversali e migliorare ulteriormente la performance lavorativa.