SAFETY WALKS: SOLUZIONE A COSTO ZERO PER LA SICUREZZA SUL LAVORO

La sicurezza sul lavoro è da sempre una delle principali tematiche affrontate sui contesti lavorativi. Negli ultimi decenni molti progressi sono stati fatti in termini legali ed organizzativi per limitare e portare a livelli minimi gli infortuni sul lavoro, nonostante ciò, gli infortuni continuano ad accadere e spronano gli esperti di settore alla messa in atto di soluzioni sempre più nuove ed innovative.

Infortuni sul lavoro: dati INAIL

Secondo i dati INAIL (Istituto Nazionale Assicurazione Infortuni sul Lavoro), gli infortuni nel quadriennio 2016/2019 hanno subìto un aumento. In particolare, se gli infortuni non mortali mostrano una leggera deflessione nel biennio 2017/2018 per poi raggiungere un picco massimo nell’anno successivo; gli infortuni mortali hanno registrato un continuo aumento.

Da considerare inoltre un dato sommerso costituito dai lavoratori a nero. Tali dati però possono essere letti in chiave non necessariamente catastrofista. Infatti, una crescente sensibilizzazione verso la tematica e una progressiva efficacia delle misure legali intraprese, potrebbero aver incentivato la denuncia degli infortuni con un conseguente aumento dei dati registrati.

Ma quali conseguenze hanno gli infortuni nei confronti nell’azienda? Possono davvero essere ridotti se non neutralizzati?

Infortuni: costi

Secondo INAIL e AESSL (Agenzia Europea per la Salute e la Sicurezza sul Lavoro) il costo degli infortuni è di ben 51 miliardi annui, con un costo a carico delle aziende pari al 45-60% della cifra indicata.

Tra questi, possono essere considerati costi diretti quelli esplicitamente collegati alla persona (costi sanitari, legali, mancato mansionamento) e indiretti, più dipendenti dal tipo di azienda e contesto (scioperi, responsabilità amministrativa 231). Inoltre, l’accadimento di infortuni potrebbe rallentare il processo di produzione o più in generale di business aziendale, portando ad un danno effettivo di guadagni e funzionamento dell’azienda.

Infortuni sul lavoro e fattore umano

È impossibile purtroppo neutralizzare completamente l’accadimento degli infortuni. Come suggerisce l’espressione di agostiniana memoria, errare è umano, fa parte della sua natura: distrazioni, sottovalutazione verso compiti reputati semplici, imitare i colleghi anche nelle cattive pratiche, possono portare le persone a sbagliare, creando inconvenienti anche pericolosi. Come poter affrontare l’ontologica propensione umana all’errore in modo efficace?

Possibile soluzione a costo (quasi) zero: safety walks

Spesso le aziende associano la prevenzione verso gli infortuni ad interventi costosi, che sottraggono risorse verso investimenti considerati più prioritari. Una soluzione potrebbe essere la tecnica delle Safety Walks (Passeggiate di sicurezza): ovvero un metodo scientifico basato sulla psicologia comportamentista, consistente in un appostamento sui luoghi di lavoro, per osservare ed annotare situazioni e azioni messi in atto, al fine di promuovere comportamenti sicuri attraverso complimenti o menzioni, e disincentivare quelli insicuri con dubbi e commenti espliciti.

Tale tecnica ha massima efficacia se viene adottata da tutte le persone in azienda: un lavoratore può osservare ed eventualmente intervenire sul collega e viceversa, ma può essere adattata ai soli preposti che possono osservare ed intervenire sui subordinati.

Alla base dell’intervento safety walks: dissonanza cognitiva

Da cosa deriva l’efficacia dell’intervento? Dalla sua matrice scientifico-comportamentista. Il comportamentismo è quella branca psicologica per cui il comportamento di ogni essere vivente può essere manipolato (condizionato) a partire da stimoli (rinforzi) direttamente collegati ai suoi bisogni, biologici e, in alcuni casi, sociali.

In particolare, le Safety Walks funzionano attraverso rinforzi che incentivano o disincentivano certe azioni per disinnescare il fenomeno della dissonanza cognitiva, che rafforza la propensione a reiterare i propri comportamenti, anche quelli sconvenienti. Ma cosa è la dissonanza cognitiva?

Safety Walks e dissonanza cognitiva

In generale le persone tendono ad affrontare spesso e volentieri disagi derivati dalla differenza tra quello che si deve fare e quello che effettivamente fanno. Questo disagio è la dissonanza cognitiva. Consideriamo un lavoratore rispettoso delle regole, che per finire a tutti i costi il suo turno in orario non seguirà le giuste azioni. Per evitare il disagio psichico percepito dall’incoerenza tra il suo rispetto per le regole e la necessità di finire in tempo i compiti, si giustificherà pensando che:

• ha fatto così anche in passato e non ha avuto problemi;
• che lo stesso vien fatto anche dai suoi colleghi;
• che in fondo ciò non vuol dire andar contro le regole.

Il lavoratore tende a restare dentro uno schema mentale conosciuto, per lui sicuro, anche se sbagliato perché pericoloso, piuttosto che metterlo in discussione e cambiarlo.

Safety Walks: osservazione del comportamento

Con l’uso Safety Walks, il collega/preposto osserva il comportamento. Se appropriato, se ne complimenta. Se inappropriato, ne fa menzione. In entrambi i casi, non solo il protagonista dell’episodio saprà cosa è bene e non bene fare, ma anche tutti gli altri colleghi, testimoni oculari.

La prossima volta che qualsiasi lavoratore, sia protagonista che testimone, si ritroverà in una situazione simile a quella oggetto dell’intervento, sperimenterà un disagio di dissonanza cognitiva che affronterà non reiterando il proprio schema, ma attuando comportamento virtuoso per evitare vergogna che sarebbe tanto più alta quanto più i colleghi siano consapevoli delle pratiche appropriate.

Conclusioni

E’ facile capire come sia un metodo dal rapporto facilità/efficacia conveniente per l’azienda, che potrebbe così evitare di subire i costi derivanti da infortuni, preservando la salute dei dipendenti.

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