EvoForm Consulting ha registrato una breve intervista condotta dalla Dott.ssa Monia Pozzoli, laureata in Psicologia, che ha trattato il tema delle 7 abitudini del buon manager.
Gli ospiti dello speaking sono stati il Dott. Claudio Catalano, psicologo e titolare di EvoForm Consulting e la Dott.ssa Ramona Sabella, psicologa del lavoro e collaboratrice di EvoForm Consulting.
L’obiettivo del video è quello di capire meglio come essere e come agire per poter diventare un buon manager attraverso 7 buone abitudini.
NUMERO 1: ESPRIMI IL TUO PARERE PER ULTIMO
La prima buona abitudine è stata definita dal Dott.Catalano con la frase: “Esprimi il tuo parere per ultimo”. Tale modalità, ha spiegato, è utile per non condizionare gli operatori che si sentiranno così, liberi di esprimersi, portando una ricchezza di punti di vista e di proposte di soluzioni in caso di problemi. Inoltre, portare i propri collaboratori ad esprimersi per primi li farà sentire molto più motivati, in quanto avranno la prova che il loro capo è interessato alle loro opinioni evitando l’omologazione al pensiero del “capo che non va contraddetto”.
Naturalmente sarà compito del manager prendere una decisione, ma solo dopo aver ascoltato i suoi collaboratori.
NUMERO 2: QUANDO PREPARI UN PROGETTO AFFIANCATI SEMPRE UN CAPPELLO NERO
La Dott.ssa Pozzoli ha proseguito con l’intervista domandando alla Dott.ssa Sabella la seconda buona abitudine.
Tra le competenze necessarie di un manager c’è quella di sviluppare, guidare e quindi dar vita a un team di lavoro efficace, ha spiegato la Dott.ssa Sabella, in quanto è essenziale creare un gruppo formato da persone diverse in termini di razionalità, creatività, positività, metodo, intuitività ed è utile avere al proprio interno anche qualcuno che ci porti a vedere le criticità. Con questi esempi di stili la Dott.ssa Sabella spiega come De Bono (medico e psicologo) assegni ad ogni stile un cappello colorato, tra cui quello nero. Quest’ultimo è l’avvocato del diavolo, colui che rileva aspetti negativi, difficoltà, rischi, nodi, che ragiona per eccezioni e ha l'abilità di analizzare le situazioni trovando delle criticità, che se individuate e corrette porteranno il nostro progetto al successo.
NUMERO 3: FORNISCI REGOLARMENTE FEEDBACK AI TUOI COLLABORATORI SU COME STANNO LAVORANDO
La parola è passata nuovamente al Dott. Catalano che ha illustrato l’importanza per un buon manager di essere sempre vicino ai propri collaboratori, non solo nelle riunioni con cadenza prestabilita.
Fornire regolari feedback garantisce di correggere eventuali deviazioni dal raggiungimento di obiettivi ed evitare che alcuni collaboratori portino avanti parti del lavoro non più necessarie.
Questo genera demotivazione: i collaboratori non trovando un significato in quello che fanno potrebbero chiedersi “ma perché ho lavorato tutto questo tempo per nulla?!”.
È quindi importante restare vicino ai propri collaboratori, nel modo corretto, evitando un atteggiamento di controllo, facendo comprendere che il loro lavoro è apprezzato e importante per il buon funzionamento dell’azienda.
NUMERO 4: ESPRIMITI IN MODO SMART
Invitata alla parola dalla Dott.ssa Pozzoli, la Dott.ssa Sabella, portando esempi relativi alle consulenze svolte direttamente in azienda, ha spiegato di essersi trovata a interagire con manager demotivati a causa del fatto che non sempre i propri collaboratori riuscissero a consegnare i lavori nei tempi prestabiliti o consegnassero lavori imprecisi o ancora lavori dove non venisse per niente compreso o raggiunto l’obiettivo assegnato.
La spiegazione risiede nella comunicazione: non ci si esprime in modo SMART.
È quindi indispensabile
- Comunicare gli obiettivi in modo sintetico, chiaro, utilizzando termini specifici. A tal proposito potrebbe risultare utile porre domande ai collaboratori per sondare per assicurarsi che abbiano compreso bene, oppure incoraggiarli a chiedere informazioni per comprendere meglio.
- Disporre i collaboratori di strumenti e criteri di misurazione per valutare l’obiettivo raggiunto in termini quantitativi.
- Assegnare obiettivi personalizzati coerenti con il livello di capacità e conoscenze dei collaboratori, che siano quindi sfidanti, complessi ma attuabili. Obiettivi impossibili andranno a ridurre la motivazione
- Definire e dare precisi tempi di consegna.
NUMERO 5: ADOTTA UN ATTEGGIAMENTO AMICHEVOLE MA NON AMICALE
La Dott.ssa Pozzoli ha chiesto così il quinto consiglio al Dott. Catalano che ha spiegato di adottare un atteggiamento amichevole ma non amicale sul lavoro, con i collaboratori.
La differenza tra i due termini risiede nel fatto che per amicale si intende comportarsi da amico, con tutto ciò che ne consegue; mentre amichevole si riferisce al mantenimento di un comportamento cordiale, affabile ed educato.
Un capo può essere tentato facilmente ad assumere l’atteggiamento da amico, ma questo in seguito finirà col creare problemi. Poiché l’amicizia è generalmente riservata a poche persone, un buon manager non potrà trattare tutti in modo confidenziale.
Una confusione dei ruoli di tale portata andrebbe a generare inevitabilmente dinamiche dannose quali invidie, gelosie, e quindi un crollo della motivazione tra i collaboratori.
Quindi il capo ha la responsabilità di mostrarsi professionale e mantenere un giusto distacco in modo che tutti vengano trattati cordialmente. Questo è infatti il tipo di comportamento efficacemente adottato dal Dott. Catalano all’interno di EvoForm Consulting.
NUMERO 6: CHIEDI AI TUOI COLLABORATORI LE LORO ASPETTATIVE AD INIZIO ANNO
La Dott.ssa Sabella introduce la sesta abitudine spiegando che è indispensabile implementare all’interno delle aziende un sistema di valutazione delle prestazioni costruito insieme ai propri collaboratori dove vengano stabiliti gli obiettivi da raggiungere. Questi obiettivi oltre ad essere in linea con i fini e i valori aziendali devono essere in linea con la crescita professionale dei collaboratori.
Il consiglio offerto dalla Dott.ssa Sabella è dunque quello di chiedere proprio a loro quali aree vorrebbero sviluppare e quali competenze desiderano accrescere o sviluppare.
Non solo risulta utile valutare a fine anno se l’obiettivo è stato raggiunto, ma anche predisporre un percorso di monitoraggio a più step che aiuti i collaboratori a comprendere dove sono arrivati, se stanno procedendo sulla strada giusta o se devono modificare qualcosa per raggiungere l’obiettivo in modo efficace.
NUMERO 7: FAR RISPETTARE LE REGOLE A TUTTI
La Dott.ssa Pozzoli ha passato la parola al Dott. Catalano per trattare l’ultima abitudine.
Questa è una diretta conseguenza dell’adozione dell’atteggiamento amichevole o amicale. Un capo che fa rispettare le regole solo ad alcuni, spiega il Dott. Catalano, si dimostra debole, perde di credibilità, di rispetto. Alcuni si sentiranno discriminati, trattati con disparità, o in generale ingiustamente. La conseguenza è un calo della motivazione. Le persone vogliono essere trattate equamente. In questo modo si sentiranno tutte valorizzate e più motivate.
La parola è infine passata alla Dott. Sabella che ha ricordato che “un buon leader dà il buon esempio”. Se il primo a non rispettare le regole è proprio chi ne esige il rispetto diventerà sempre più difficile farle rispettare agli altri, aumentando così anche lamentele, pettegolezzi e una comunicazione poco chiara e non trasparente all’interno dell’organizzazione.
Ricordando un’esperienza vissuta all’interno di un’azienda assieme al Dott. Catalano, dove i soci erano quattro fratelli, la Dott.ssa Sabella ha raccontato di come l’amministratore delegato, durante il primo contatto avesse riportato, tra le altre criticità, la difficoltà da parte dei responsabili nel far rispettare le norme di sicurezza (come l’utilizzo dei DPI).
Attraverso delle interviste e l’osservazione sul campo è emerso che uno dei fratelli, che ricopriva il ruolo di manager all’interno dell’azienda, non indossava i DPI richiesti durante le attività lavorative.
A seguito di un percorso di coaching volto a potenziare la leadership, la Dott.ssa Sabella e il Dott. Catalano hanno lavorato anche sull’importanza del dare il buon esempio, giungendo così alla buona abitudine di indossare le protezioni come i guanti ed il caschetto, durante il turno di lavoro in produzione.
Questo ha portato tutti i collaboratori dell’azienda al rispetto delle regole per imitazione dei manager, migliorando di conseguenza anche il clima relazionale interno.
Quante volte, con maggiore o minore consapevolezza, siete riusciti ad adottare queste 7 abitudini nel vostro modo di lavorare?
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Se volete approfondire con noi questo argomento o altri aspetti della psicologia del lavoro, ci trovate su fb o al sito evoform.it
Grazie a tutti.
LETTURE CONSIGLIATE:
Esprimi il tuo parere per ultimo: “Il lavoro in Team” di Kharbanda O., Stallworthy E.; Francoangeli.
Fornisci regolarmente feedback ai tuoi collaboratori su come stanno lavorando: “Team che funzionano” di Manzoni C., Chizzoli G.; Etas.
Adotta un atteggiamento amichevole e non amicale: “Essere leader” di Daniel Goleman, Richard E. Boyatzis, Anne McKee; BUR Biblioteca Univ. Rizzoli.
Far rispettare le regole a tutti: “Psicologia sociale della giustizia” di Chiara Berti; Il Mulino.